I Dieci Comandamenti
I Dieci Comandamenti (Esodo 20:1-17)
Sono i Dieci Comandamenti che Yahweh diede a Mosè sul Monte Sinai,
le regole alle quali deve attenersi ogni credente, le parole che ci
permettano di avere un rapporto intimo con il nostro Creatore.
1) Io sono Yahweh Dio tuo, che ti trasse della terra d´Egitto, della casa di schiavitù.
Questo primo comandamento implica innanzi tutto l´affermazione di
un Dio unico, nostro Dio, che non ammette altri dei al Suo
cospetto; e inoltre ci ricorda quanto dobbiamo essergli riconoscenti
per averci riscattato dalla schiavitù in Egitto. (Per gli Ebrei - per
noi Gentili siamo Israeliti Spirituali innestati) Abbiamo già avuto
varie prove della Sua grandezza e della Sua potenza.
2) Non avrai altri dei all´infuori di Me
Non ti farai ti farai alcuna immagine di tutto quanto esiste nel
cielo al di sopra, o sulla terra al di sotto, o nelle acque al di sotto
della terra. Non ti prostrare loro e non adorarli, perché Io, Yahweh
Dio tuo, sono un Dio geloso (esclusivo), che punisco i peccati di
coloro che Lo odiano fino alla terza o la quarta generazione. E usa
bontà fino alla millesima generazione per coloro che Lo amano e
osservano i Suoi precetti (comandamenti) - (Esodo 20:2-6). Di nuovo
viene riaffermata la necessità di non commettere idolatria e viene
minacciata la punizione fino "alla terza o la quarta generazione", ma
solo per coloro che Lo odiano: se si ha la forza di redimersi, si viene
salvati. Possiamo vedere l´estendersi di questa punizione anche
fisicamente. Infatti se i padri contraggano malattie genetiche, vengano
trasmesse anche ai figli innocenti. Per questo dobbiamo stare attenti
anche alla nostra vita materiale, perché i nostri vizi non ricadano sui
figli. Inoltre, se si è stati buoni e si sono seguiti i precetti
divini, si sarà ricompensati fina "alla millesima generazione". Per
questo ricordiamo sempre i meriti dei nostri Padri - Abramo, Isacco e
Giacobbe - perché, non essendo ancora passate mille generazioni,
possiamo invocare pietà per noi stessi grazie ai nostri antenati.
3) Non pronunziare il nome di Yahweh invano
Perché Yahweh non lascerà impunito chi avrà pronunciato il Suo
Nome inutilmente (Esodo 20:7). Qui tratta di non giurare il falso, ma
si condanna anche l´uso profano o frivolo del nome di Yahweh.
Se non si pronunciasse il nome di Dio a vanvera, non ci sarebbe il
pericolo di bestemmiare.
4) Ricordati del Sabato per santificarlo
Sei giorni lavorerai, ma il settimo giorno sarà dedicato al tuo
Dio e non farai alcun lavoro né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il
tuo schiavo, né la tua schiva, né il tuo bestiame, né il forestiero che
si trova nella tua città. Perché in sei giorni Yahweh il tuo Dio creò
il cielo e la terra, il mare e tutto quanto essi contengono, ma il
settimo giorno si riposò. Per questo Yahwehsettimo e lo ha santificato ( Esodo 20:8-11). Ricordati del Sabato, che Io già consacrai in occasione della caduta della manna. E ricordiamoci che il Sabato non è solo giorno di riposo ma soprattutto di preghiere, perché è dedicato a Yahweh Dio. È
stato creato il mondo solo per poter rispettare i precetti
(comandamenti), ma principalmente il Sabato, che è il fulcro della
creazione. Senza il Sabato il mondo non avrebbe senso, sarebbe solo un agitarsi a vuoto, senza scopo. ha benedetto il giorno (SABATO)
5) Onore tuo padre e tua madre, affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla terra.
Se tu onorerai colui che sono la sorgente della tua vita, la tua
vita stessa si prolungherà. Alcuni pensano che qui non si tratta della
vita umana individuale ma della longevità sociale, del mantenimento
perpetuo di tutto il popolo ebraico - Israele (abbiamo già detto che
noi gentili siamo ulivo selvatico, ma innestato).
A questo punto si concludano i comandamenti riferiti al rapporto
tra l´uomo e Yahweh. Di questi comandamenti fa parte anche quello che
riguarda il rispetto per il padre e la madre, in quanto sono creatori
"insieme" a Yahweh della nostra vita. I cinque comandamenti della
seconda tavola si riferiscono al rapporto tra uomo e uomo, sono quindi
il fondamento del vivere civile (Esodo 20:13-17). Hanno anche una
corrispondenza con i comandamenti che regolano il rapporto con Yahweh.
E´infatti possibile vedere in parallelo il primo comandamento e il
sesto; il secondo e il settimo; il terzo e l´ottavo; il quarto e il
nono; e il quinto e il decimo.
6) Non uccidere
Nei Pirkè Avot (Massime dei Padri) leggiamo: colui che
uccide un essere umano è come uccidesse il mondo intero e colui
che salva un essere umano è come se salvasse un mondo. Questo
comandamento è parallelo al primo: Io sono Yahweh Dio tuo, Io solo ho diritto di vita e di morte, tu non devi uccidere!
7) Non commettere adulterio
Tutti i rapporti adulterini sono vietati: non devi avere rapporti
né con tua madre, né con la sorella di tua madre, né con un altro uomo,
ne´ con la moglie di un altro uomo, né con tuo padre, né con la moglie
di tuo padre, né con tua sorella, né con animali. Lo stesso principio
vale anche per le donne. Questo comandamento è in parallelo con quello
di no commettere idolatria, poiché l´idolatria è il tradimento di
Yahweh Dio.
8 ) Non rubare
Questo comandamento riguarda il furto si, ma di più in
quanto la rapina e il rapimento a scopo di lucro. È menograve rubare, e
quindi poi restituire il mol tolto, che rapire qualcuno per ottenere
del denaro.
9) Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo
Tutto quello che dici sotto giuramento deve essere la verità,
altrimenti cadi nel pericolo di non rispettare il quarto comandamento,
che ti impone di non pronunziare il NOME di Yahweh invano. Talvolta una falsa testimonianza può essere pari a un assassino.
10) Non desiderare alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo
Si tratta qui dei peccati di pensiero, l´intenzione che Yahwehgiudica.
Secondo altri si tratta di azioni indirette, che spingono la persona ad
appropriarsi di ciò che appartiene ad altri. Questo comandamento è
parallelo al dovere di onorare i genitori, che vanno rispettati non
solo negli atti ma soprattutto col pensiero. Così il quinto
comandamento assume una nuova luce: non desiderare la ricchezza di tuo
padre o di tua madre, e non fare niente per appropriartene. E lo stesso
vale anche nei rapporti col prossimo.
Chi riesce a vivere secondo i Dieci Comandamenti ha trovato la via diritta che lo innalza verso Dio e gli farà meritare il Mondo a Venire. (Servitore di Yahweh) HalleluYah!
(Un grazie và: Mamash Ebraiche.)
(Si fa presente che il nome Yahweh, e Dio, è stato
ripristinato dall´Assemblea di Yahweh, perché Mamash a usato come loro
abitudine Signore, e D-o, finché non ci siano equivoci)
HalleluYah!!
(Servitore di Yahweh)
Sono i Dieci Comandamenti che Yahweh diede a Mosè sul Monte Sinai,
le regole alle quali deve attenersi ogni credente, le parole che ci
permettano di avere un rapporto intimo con il nostro Creatore.
1) Io sono Yahweh Dio tuo, che ti trasse della terra d´Egitto, della casa di schiavitù.
Questo primo comandamento implica innanzi tutto l´affermazione di
un Dio unico, nostro Dio, che non ammette altri dei al Suo
cospetto; e inoltre ci ricorda quanto dobbiamo essergli riconoscenti
per averci riscattato dalla schiavitù in Egitto. (Per gli Ebrei - per
noi Gentili siamo Israeliti Spirituali innestati) Abbiamo già avuto
varie prove della Sua grandezza e della Sua potenza.
2) Non avrai altri dei all´infuori di Me
Non ti farai ti farai alcuna immagine di tutto quanto esiste nel
cielo al di sopra, o sulla terra al di sotto, o nelle acque al di sotto
della terra. Non ti prostrare loro e non adorarli, perché Io, Yahweh
Dio tuo, sono un Dio geloso (esclusivo), che punisco i peccati di
coloro che Lo odiano fino alla terza o la quarta generazione. E usa
bontà fino alla millesima generazione per coloro che Lo amano e
osservano i Suoi precetti (comandamenti) - (Esodo 20:2-6). Di nuovo
viene riaffermata la necessità di non commettere idolatria e viene
minacciata la punizione fino "alla terza o la quarta generazione", ma
solo per coloro che Lo odiano: se si ha la forza di redimersi, si viene
salvati. Possiamo vedere l´estendersi di questa punizione anche
fisicamente. Infatti se i padri contraggano malattie genetiche, vengano
trasmesse anche ai figli innocenti. Per questo dobbiamo stare attenti
anche alla nostra vita materiale, perché i nostri vizi non ricadano sui
figli. Inoltre, se si è stati buoni e si sono seguiti i precetti
divini, si sarà ricompensati fina "alla millesima generazione". Per
questo ricordiamo sempre i meriti dei nostri Padri - Abramo, Isacco e
Giacobbe - perché, non essendo ancora passate mille generazioni,
possiamo invocare pietà per noi stessi grazie ai nostri antenati.
3) Non pronunziare il nome di Yahweh invano
Perché Yahweh non lascerà impunito chi avrà pronunciato il Suo
Nome inutilmente (Esodo 20:7). Qui tratta di non giurare il falso, ma
si condanna anche l´uso profano o frivolo del nome di Yahweh.
Se non si pronunciasse il nome di Dio a vanvera, non ci sarebbe il
pericolo di bestemmiare.
4) Ricordati del Sabato per santificarlo
Sei giorni lavorerai, ma il settimo giorno sarà dedicato al tuo
Dio e non farai alcun lavoro né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il
tuo schiavo, né la tua schiva, né il tuo bestiame, né il forestiero che
si trova nella tua città. Perché in sei giorni Yahweh il tuo Dio creò
il cielo e la terra, il mare e tutto quanto essi contengono, ma il
settimo giorno si riposò. Per questo Yahwehsettimo e lo ha santificato ( Esodo 20:8-11). Ricordati del Sabato, che Io già consacrai in occasione della caduta della manna. E ricordiamoci che il Sabato non è solo giorno di riposo ma soprattutto di preghiere, perché è dedicato a Yahweh Dio. È
stato creato il mondo solo per poter rispettare i precetti
(comandamenti), ma principalmente il Sabato, che è il fulcro della
creazione. Senza il Sabato il mondo non avrebbe senso, sarebbe solo un agitarsi a vuoto, senza scopo. ha benedetto il giorno (SABATO)
5) Onore tuo padre e tua madre, affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla terra.
Se tu onorerai colui che sono la sorgente della tua vita, la tua
vita stessa si prolungherà. Alcuni pensano che qui non si tratta della
vita umana individuale ma della longevità sociale, del mantenimento
perpetuo di tutto il popolo ebraico - Israele (abbiamo già detto che
noi gentili siamo ulivo selvatico, ma innestato).
A questo punto si concludano i comandamenti riferiti al rapporto
tra l´uomo e Yahweh. Di questi comandamenti fa parte anche quello che
riguarda il rispetto per il padre e la madre, in quanto sono creatori
"insieme" a Yahweh della nostra vita. I cinque comandamenti della
seconda tavola si riferiscono al rapporto tra uomo e uomo, sono quindi
il fondamento del vivere civile (Esodo 20:13-17). Hanno anche una
corrispondenza con i comandamenti che regolano il rapporto con Yahweh.
E´infatti possibile vedere in parallelo il primo comandamento e il
sesto; il secondo e il settimo; il terzo e l´ottavo; il quarto e il
nono; e il quinto e il decimo.
6) Non uccidere
Nei Pirkè Avot (Massime dei Padri) leggiamo: colui che
uccide un essere umano è come uccidesse il mondo intero e colui
che salva un essere umano è come se salvasse un mondo. Questo
comandamento è parallelo al primo: Io sono Yahweh Dio tuo, Io solo ho diritto di vita e di morte, tu non devi uccidere!
7) Non commettere adulterio
Tutti i rapporti adulterini sono vietati: non devi avere rapporti
né con tua madre, né con la sorella di tua madre, né con un altro uomo,
ne´ con la moglie di un altro uomo, né con tuo padre, né con la moglie
di tuo padre, né con tua sorella, né con animali. Lo stesso principio
vale anche per le donne. Questo comandamento è in parallelo con quello
di no commettere idolatria, poiché l´idolatria è il tradimento di
Yahweh Dio.
8 ) Non rubare
Questo comandamento riguarda il furto si, ma di più in
quanto la rapina e il rapimento a scopo di lucro. È menograve rubare, e
quindi poi restituire il mol tolto, che rapire qualcuno per ottenere
del denaro.
9) Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo
Tutto quello che dici sotto giuramento deve essere la verità,
altrimenti cadi nel pericolo di non rispettare il quarto comandamento,
che ti impone di non pronunziare il NOME di Yahweh invano. Talvolta una falsa testimonianza può essere pari a un assassino.
10) Non desiderare alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo
Si tratta qui dei peccati di pensiero, l´intenzione che Yahwehgiudica.
Secondo altri si tratta di azioni indirette, che spingono la persona ad
appropriarsi di ciò che appartiene ad altri. Questo comandamento è
parallelo al dovere di onorare i genitori, che vanno rispettati non
solo negli atti ma soprattutto col pensiero. Così il quinto
comandamento assume una nuova luce: non desiderare la ricchezza di tuo
padre o di tua madre, e non fare niente per appropriartene. E lo stesso
vale anche nei rapporti col prossimo.
Chi riesce a vivere secondo i Dieci Comandamenti ha trovato la via diritta che lo innalza verso Dio e gli farà meritare il Mondo a Venire. (Servitore di Yahweh) HalleluYah!
(Un grazie và: Mamash Ebraiche.)
(Si fa presente che il nome Yahweh, e Dio, è stato
ripristinato dall´Assemblea di Yahweh, perché Mamash a usato come loro
abitudine Signore, e D-o, finché non ci siano equivoci)
HalleluYah!!
(Servitore di Yahweh)
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